Gli alti e (soprattutto) i bassi della vita

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Il successo e la felicità non dipendono solo da talento e fortuna, ma da come affrontiamo gli alti e bassi della vita. Chi costruisce qualcosa di significativo ha tre tratti in comune: si assume la responsabilità di sé stesso, impara a conoscersi davvero e accetta i momenti di pausa.


Ciao Amici,

Ho avuto una settimana che non ricorderò tra le migliori della mia vita. Anzi, la infilo di diritto tra le più sgradevoli: ho avuto una delle più grandi e inaspettate delusioni di sempre. Prossimamente ve ne parlerò, ma ora è troppo fresca.

Questo, però, mi ha portato a riflettere su come successo e felicità non dipendano solo dal talento o dalla fortuna. È anche (e soprattutto) una questione di come affrontiamo gli alti e bassi della vita.

Negli anni ho capito, a forza di facciate, che le persone che riescono a costruire qualcosa di significativo hanno tre cose in comune, ed è dannatamente difficile metterle in pratica.

1. Si assumono la responsabilità di sé stessi

Dire “non è colpa mia” è rassicurante. Pensare che siano gli altri a non fare abbastanza o a dover fare di più è più facile. Ma più aspettiamo che siano le circostanze o le persone intorno a noi a cambiare, più restiamo bloccati. Se sei in una situazione che non ti piace—lavoro, relazioni, qualsiasi cosa—e passi il tempo a lamentarti, alla fine chi ci perde? Solo tu. Avere il controllo della propria vita significa mettere le responsabilità dove stanno, anche le proprie, e quindi agire. Agire. Agire.

2. Imparano a conoscersi

Un sacco di volte ci giustifichiamo, difendiamo le nostre abitudini peggiori, i lati del nostro carattere più scomodi, anche i nostri limiti. E lo facciamo perché è più facile. Guardare chi siamo veramente fa spesso male. Accettarlo è pure peggio. Ma solo quando iniziamo a vedere quello che siamo, senza giustificazioni, possiamo davvero cambiare. E possiamo cavalcare anche le nostre reazioni e le nostre delusioni.

3. Accettano i momenti di pausa

Viviamo con l’idea che dovremmo essere sempre al massimo. Sempre produttivi, sempre performanti. Ci ho sbattuto la testa per gli ultimi 20 anni. Ma ogni cosa ha i suoi tempi. Il mondo ha i propri tempi, anche gli animali vanno in letargo. Se si spinge sempre a tavoletta, senza mai fermarsi, l’unico risultato è il burnout. Il riposo non è tempo perso, è essenziale per ricaricarsi e tornare più forti.

Se siamo in un mare di merda e non possiamo andarcene, non basta nuotarci dentro: dobbiamo imparare a surfarci sopra. 🚀

💡 Uno di questi 3 approcci ti è più familiare? Rispondi pure alla mail vorrei la tua opinione

Un abbraccio,

G.